Non sai nulla, non sai

10.04.2025

Maria Greco e Gloria Pellegrino

Uno sguardo più approfondito.

Sei in classe, ti stai annoiando durante quelle solite tre ore di filosofia, quindi decidi di girarti a parlare con il compagno che hai dietro. Tra una risata e l'altra, lo guardi in faccia sorridendo: pensi di conoscerlo, sai di conoscerlo. Eppure nei giorni seguenti capirai che avevi torto, che effettivamente non basta ridere insieme per essere amici, che sei in un'età in cui devi fare delle scelte, che non necessariamente coincidono con quelle altrui.

Capirai, con il tempo, che un muro vi divide, non l'avete scelto voi ma era sicuramente inevitabile. Quasi ti dai dello stupido per non averlo notato prima: avresti dovuto coglierne i segnali. Avresti dovuto notare quell'intolleranza latente, quella supponenza esasperante, l'ignoranza di chi non vuole ascoltare l'altro, il diverso.

Quello che lui pensa, lo ritieni irragionevole, eppure è ciò che sente ogni giorno a casa, ai pranzi domenicali, è la cultura che lo avvolge, la mentalità con cui è cresciuto. Questo non gli sembra strano, ma a te si, tu che sei abituato a sentire "bella ciao" il 25 aprile, con le foto dei bisnonni durante la guerra, con le storie di chi c'era e di chi lottava per restare vivo. Da te non pensate più eccessivamente al passato: quello è ormai salvo, siete invece preoccupati per l'immediato. Ciò che senti ti preoccupa e non sai come reagire, non sai che puoi farci, nel dubbio decidi che devi conoscere, capire con cosa hai a che fare.

Leggi di qualcosa di cui ultimamente si è tanto discusso, il caso Almasri. "Quanto avvenuto intorno alla figura del generale libico, inizialmente arrestato in Italia perché ricercato dalla Corte penale internazionale e poi liberato e riportato in patria, ha portato al duro attacco delle opposizioni al governo, a un'indagine nei confronti della premier Meloni e dei ministri Piantedosi e Nordio, e a un'infuocata informativa in Parlamento dove i toni accesi hanno certificato l'importanza assunta dal caso nello scenario politico." Trovi in giro sul web anche ciò che è accaduto in quei giorni: 6 gennaio 2025: Almasri parte dall'aeroporto di Tripoli, con scalo a Roma-Fiumicino, prima di proseguire verso Londra. 13 gennaio 2025: Si trasferisce da Londra a Bruxelles in treno, raggiunge la Germania in auto. 16 gennaio 2025: Durante un controllo di routine in Germania, viene fermato e poi lasciato proseguire. 18 gennaio 2025: La Corte Penale Internazionale emette un mandato d'arresto nei confronti di Almasri per crimini di guerra e contro l'umanità. 19 gennaio 2025: Le autorità italiane arrestano Almasri a Torino, in esecuzione del mandato della CPI. "Dopo il suo rilascio, nello stesso giorno, il comandante libico è stato rimpatriato dall'Italia su un volo di Stato, prima di essere portato in trionfo da decine di suoi sostenitori che lo hanno accolto festanti. La serie di eventi ha scatenato le accese proteste dell'opposizione e della stessa Corte penale internazionale, dopo aver visto sfumare la consegna di un uomo che voleva arrestare per crimini di guerra e contro l'umanità."


Non puoi fare a meno di ricordarti il titolo sulla testata, dopo tutto sei piccolo e facilmente impressionabile:

"Considerato colpevole di crimini contro l'umanità. Nel suo rilascio le opposizioni sospettano un "regalo" del Governo alla Libia con la quale l'Italia tratta da anni, da quando fu firmato un Memorandum col governo Gentiloni"

Matteo Piantedosi, che al question time al Senato fornisce una prima risposta: una volta scarcerato su disposizione della Corte d'Appello, Almasri è stato "rimpatriato a Tripoli, per urgenti ragioni di sicurezza, con mio provvedimento di espulsione, vista la pericolosità del soggetto" e per il fatto che dal momento del rilascio "era 'a piede libero' in Italia". Riflettendo su queste dichiarazioni non puoi fare a meno di chiederti se davvero servisse un volo di stato pagato con i soldi dei contribuenti. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei giorni scorsi ha riferito che Almasri è stato "liberato non per scelta del governo, ma su disposizione della magistratura." Su questo è arrivata la replica dell'Associazione nazionale magistrati. Il generale libico Njeem Osama Almasri "è stato liberato lo scorso 21 gennaio per inerzia del ministro della Giustizia che avrebbe potuto e dovuto, per rispetto degli obblighi internazionali, chiederne la custodia cautelare", ha replicato l'Associazione nazionale magistrati, quasi punzecchiata dal governo attuale. Ma attenzionando la situazione istituzionale degli ultimi mesi ti è anche chiaro che fra la magistratura e questo governo vi sono spesso state varie collisioni: sempre sull'immigrazione la magistratura ha smentito l'elenco dell'attuale governo riguardo i paesi sicuri nei quali poter rimpatriare gli immigrati clandestini. Ma anche da un vero e proprio punto di vista istituzionale è stata recente la proposta della separazione delle carriere e della modifica concernente l'istituzione dell'Alto tribunale della Disciplina.

Un corpo separato di pubblici ministeri, addetto all'esercizio dell'azione penale e alla direzione della polizia giudiziaria, ma che non fa più parte della giurisdizione e risponde solo a se stesso, è destinato inevitabilmente a perdere la propria indipendenza dal potere esecutivo. Una prospettiva evidente anche nella stessa proposta di riforma, che interviene infatti sull'obbligatorietà dell'azione penale, oggi prevista in Costituzione a garanzia dell'eguaglianza dei cittadini, subordinando l'intervento del pubblico ministero alle scelte delle maggioranze parlamentari del momento. La proposta indebolisce inoltre il CSM non solo con la creazione di organi separati ma, per il Consiglio Superiore dei pubblici ministeri come per quello dei giudici, riducendo le competenze e la presenza dei magistrati da due terzi alla metà.

Nonostante le finalità dichiarate, la riforma rimette in discussione il nostro modello di PM indipendente, proprio mentre i principi che si affermano in ambito europeo prevedono che dovrebbe essere incoraggiata in tutti i sistemi la tendenza generale a rafforzare l'indipendenza e l'effettiva autonomia del pubblico ministero, in quanto "corollario indispensabile" dell'indipendenza di tutto il potere giudiziario, nel presupposto che i pubblici ministeri contribuiscono ad assicurare che lo stato di diritto sia garantito e concorrono ad un'amministrazione della giustizia equa, imparziale ed efficiente (parere del Consiglio Consultivo dei Procuratori Europei n. 9 del 2014).

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Va rilevato che un diverso concorso, una diversa formazione, fino ad arrivare alla posizione più estrema e non unanime di una prospettiva di un pubblico ministero emanazione diretta dell'esecutivo (allo stato, non possibile a Costituzione immutata), minano proprio quell'autonomia del pubblico ministero-magistrato che tutela l'indagato/imputato e rendono l'accusa un esercizio discrezionalmente strumentalizzabile e imprevedibilmente manipolabile dal decisore politico, con buona pace dell'ideale di giustizia uguale per tutti e in ogni tempo.

In realtà, se è vero che "il diritto è politica e la politica è diritto", nel senso che è la politica che emana le leggi, queste ultime trovano un limite invalicabile nella loro legittimità costituzionale. Nell'ambito giurisdizionale che notoriamente esaurisce quello di applicabilità del diritto penale, esso diventa il principio della sottoposizione del giudice alla legge costituzionalmente legittima (artt. 101, comma 2, e 134)[5]. E, dunque, il giudice è sottoposto alla legge costituzionalmente legittima e alle sue interpretazioni costituzionalmente orientate, e non al decisore politico in sé.

-Questa soggezione soggettiva purchessia, invece – come detto –, sarebbe in contrasto con gli artt. 104, 107, comma 4, e 112 della Costituzione, che statuiscono l'indipendenza della magistratura, l'obbligatorietà dell'azione penale e la comunanza per gli organi requirenti e quelli giudicanti delle garanzie costituzionali e ordinamentali (accesso per concorso pubblico, inamovibilità, presenza di un pm naturale non precostituito, impersonalità dell'ufficio del pubblico ministero, uguaglianza con mera diversità di funzioni, possibilità di sollevare conflitto costituzionale, etc.[6]).- Chiedi a tua zia cosa voglia dire tutto questo paragrafo solo per capire più tardi che avresti fatto meglio a non chiederle nulla, e che in fondo la lingua istituzionale non è fatta davvero per essere capita da tutti.

E pensare che in Italia, la situazione interna è abbastanza travagliata, tra giustizia e politica che si punzecchiano, ti fa quasi sperare nella genuinità dei rapporti internazionali. A un anno dalle elezioni che hanno portato Giorgia Meloni alla guida del governo italiano, iniziano ad essere più tese le relazioni tra Italia e Unione europea. Roma si trova di fronte a sfide sempre più impegnative, particolarmente per due settori chiave: l'immigrazione e l'economia. L'Unione ha rinunciato ad affrontare la questione delle politiche migratorie in modo olistico, cioè considerando in maniera sinergica le dimensioni interna, esterna e quella della gestione delle frontiere; si è invece tentato di spostare la responsabilità sui paesi di origine e di transito attraverso un approccio transazionale: in sostanza, a questi paesi viene chiesto di trattenere, riammettere o rimpatriare i migranti in cambio di sostegno economico. Tuttavia, gli accordi raggiunti su carta risultano inefficaci quando le controparti li attuano in maniera limitata e a propria discrezione. In un contesto internazionale segnato da una molteplicità di crisi e da una crescente competizione, anche immaginando che si voglia abbracciare la logica di proteggere solo l'interesse nazionale, per un paese come l'Italia – con il secondo più alto rapporto debito pubblico/PIL nell'Unione europea e il più alto tasso di dipendenza degli anziani di tutti gli Stati membri – la priorità dovrebbe essere quella di far progredire ulteriormente l'integrazione europea, portando avanti il punto di vista italiano in modo franco e costruttivo all'interno di istituzioni europee rafforzate. Le ambizioni nazionali devono sempre fare i conti con la realtà internazionale. Sovrastimare i propri mezzi, indebolire il sistema di governance sovranazionale o far riemergere un atteggiamento conflittuale danneggerebbe non solo il progetto europeo, ma prima di tutto l'Italia.


titolo giornale: https://www.rainews.it/articoli/2025/01/chi-e-almasri-omicida-torturatore-ricercato-da-corte-penale-internazionale-che-litalia-ha-liberato-4c4e7077-2d32-4f74-ba2d-d42a8b8f645f.htm

l'Europa e il governo Meloni: https://www.affarinternazionali.it/il-governo-meloni-e-leuropa-tra-ambizioni-e-realta/

Proposta di separazione delle carriere: cosa ne pensa la magistratura? https://www.magistraturademocratica.it/articolo/separazione-delle-carriere-a-rischio-l-indipendenza-del-pubblico-ministero_2988-php/

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